SECONDA

GATTINI
Dopo che la gatta bianca e rossa non si fece più vedere non ero per niente contenta e spesso chiedevo a mia madre dove se ne era andata. Lei ogni volta ripeteva –Rosetta,la gatta è in cantina con i micetti. Li ha nascosti bene in una buca, così i topi non li trovano.
— Perché li ha portati la’ ? — Domandai.
— Perché è gelosa. Tu volevi toccare i gattini e lei se n’è accorta. — Mi spiegò mia madre.
Così ero senza gatto. Passò del tempo e un giorno Benedetta la mia amica del cuore dalla terrazza di casa sua,mentre io ero affacciata al muretto della terrazza di casa mia,mi disse
–Vieni a vedere la mia gatta, ha i gattini!
–Ha i gattini? E quando è venuta la cicogna? — Domandai.
–Una notte,io dormivo, non ho sentito niente. — Rispose.
–Ma che si sente,quando arriva la cicogna dei gattini?– Continuai a domandare.
–Scende dal camino e fa rumore con le ali. — Rispose lei.
— Ah! Vengo, vengo! — E così di corsa andai a vedere i gattini.
Erano bellissimi con i musetti arrossati a furia di succhiare il latte,i pancini rotondi e poi avevano certe piccole orecchie nere e delle codine ugualmente nere e il resto del mantello a chiazze bianche e nere.
— Benedetta,me li dai tutti? Domandai. E lei — Li vuoi tutti e cinque? Mia madre non vuole:uno lo deve dare a zia Lucia,un altro ad Antonia,poi a Rosinella,un altro a noi. Te ne posso dare uno.
–Va bene,mi prendo questo con la macchia bianca sulla coda.
Ho potuto giocare,far mangiare e accarezzare il gatto bianco e nero per lunghi anni. Con lui ho imparato a prendermi cura di qualcuno. Poi con mio grande dolore si ammalò e morì. Io, Benedetta,la mamma e le mie due zie pensammo di andare all’uliveto, che i miei genitori possedevano appena fuori del nostro paese e di seppellire là il mio gatto. Andammo e dopo averlo messo in una scatola da scarpe, scavammo una buca abbastanza profonda,come ci disse la mamma, per evitare che qualche animale scavasse per prendere il gatto.
— E perché l’animale vuole prendere il gatto? — Chiesi.
— Chissà ? — rispose lei con compassione per la mia sensibilità. — Gli animali non fanno mai sapere,che combinano.